giovedì 26 marzo 2020

Step 3


Step 2 : Origine di ‘’Trasferire’’



Nei post precedenti abbiamo visto che ‘’Trasferire’’ deriva dal latino e significa letteralmente portare al di là, ma facciamo un passo indietro ai tempi degli antichi egizi.
Gli Antichi Egizi credevano che l’uomo nascesse con due anime: il Ba, destinato ad effettuare il viaggio verso l’Aldilà, dove riceveva il premio o la punizione che lo aspettava, e il Ka, che rimaneva nella tomba con il corpo per custodirlo.
Il processo di mummificazione permetteva al corpo defunto di conservarsi alla perfezione e quindi poter compiere questo viaggio. Inoltre, nella tomba venivano messi tutti gli oggetti di prima necessità che poi il defunto avrebbe utilizzato nella sua seconda vita.
 La funzione del Libro dei Morti, chiamato anche “Libro del ritorno nel giorno”, era quella di accompagnare i defunti nel lungo viaggio che, dalla vita terrena, li avrebbe “traghettati” nell’Aldilà per cominciare una seconda esistenza e di preparare la testimonianza sulla loro condotta di vita, che avrebbero dovuto dichiarare davanti al giudizio di Osiride, divinità egizia.
 L’Aldilà era visto come un mondo idilliaco, dove il defunto poteva vivere tranquillamente, lavorare e riposarsi quando voleva, il tutto al cospetto di Osiride. Prima di arrivare a questo mondo di pace, il defunto doveva però superare una serie di prove ed era questo il compito dei Libro dei Morti.
Al termine del viaggio si giungeva alla prova finale, il giudizio davanti al tribunale di Osiride (Sala del Giudizio), il momento cruciale per conseguire la piena sopravvivenza ed essere accolto in Paradiso, tra gli dèi. Al defunto veniva chiesto di fronte a 42 dei di confessare 42 peccati terreni. Dopo che il defunto confessava di essere totalmente innocente, il dio Anubi con la testa di sciacallo, posizionava il suo cuore sulla bilancia insieme alla piuma di Maat (la verità). Toth, dio della scrittura e della conoscenza, segnava su di un papiro il risultato: se il cuore si rivelava più leggero della piuma, allora l’anima veniva considerata pura e Horus avrebbe condotto per mano il defunti di fronte a Osiride, che lo avrebbe accolto nei cielo. Se invece il cuore pesava più della piuma, allora il defunto sarebbe stato divorato dal mostro Ammut, una creatura con testa di coccodrillo, corpo di leone e zampe posteriori di ippopotamo. Questa era considerata la vera morte.
Inizialmente i testi di questo fondamentale passaggio venivano tracciati sulle pareti della camera sepolcrale, poi si cominciarono a dipingere le formule sul sarcofago e, solo a partire dalla XVIII dinastia, si impiegò il papiro. Quest’ultimo era poi posto nella tomba o a volte direttamente nel sarcofago, assieme ai tesori e agli oggetti ritenuti necessari per l’anima in viaggio.
Le conquiste di Alessandro Magno portarono l’Egitto nell’orbita del mondo greco , le tradizioni e i miti vennero divulgati in tutto l’impero.
Il libro dei morti venne letto,interpretato e tradotto in greco ed in latino, il pittogramma del passaggio dell’anima dal mondo dei vivi a quello dei morti , raffigurato da un ibis che vola, venne trasfigurato nella parola che conosciamo oggi.

Step 1 Bis


Dal francese:


trànsfert s. m. [dal fr. transfert ‹trãsfèer›, a sua volta dall’ingl. transfer (v.), con -t- aggiunta per normalizzazione ortografica (cfr. transport, ecc.)]. – 1. a. In psicologia generale, e con partic. riferimento ai problemi dell’apprendimento, il termine transfert (o, all’ingl., transfer) indica quel fenomeno di «trasferimento» che facilita nuove acquisizioni quando altre, spec. se strutturalmente analoghe, si siano già verificate. T. interemisferico, l’acquisizione di un condizionamento, precedentemente stabilito in relazione a un solo emisfero cerebrale, anche da parte dell’altro. b. In psicanalisi, concetto e termine introdotti nel 1895 da S. Freud (ted. Übertragung; in ital. si usano a volte anche trasferimento e traslazione) per indicare il processo di trasposizione inconsapevole, durante l’analisi, sulla persona dell’analista, di sentimenti e di emozioni che il soggetto sentì in passato nei riguardi di persone importanti della sua infanzia. Più generalmente, si intende con transfert l’inevitabile, anche se tenue, accompagnamento inconscio di sentimenti pregressi, che contraddistingue qualsiasi rapporto affettivo interpersonale. 2. In diritto, e soprattutto nell’uso bancario, sinon. di traslazione (v. traslazione, nel sign. 7): t. di un titolo nominativo.


Dall'inglese:

transfer
s. inglese (propr., trasferimento) usato in italiano come agg. o sm.
1) Nell'industria chimica, stampaggio per transfer, v. stampaggio.
2) Unità transfer, o macchina a transfer, macchina complessa costituita da più unità operatrici (che di solito sono standardizzate), automatizzate e collegate tra loro in modo da compiere una sequenza complessa di lavorazioni che permetta di ottenere pezzi completamente finiti partendo direttamente dal materiale grezzo o da un semilavorato. Ogni operazione, o gruppo di operazioni, viene effettuata durante la fase di stazionamento del pezzo che viene presentato, in successione, a ciascuna unità operatrice, trasportato da un dispositivo di serraggio fissato a un nastro, a una catena continua, o a una tavola rotante. Benché complesse e molto costose, le unità transfer permettono un'economia notevole nei tempi di trasporto dei pezzi da un'unità operatrice alla successiva e permettono quindi un notevole risparmio di manodopera ausiliaria; inoltre, poiché tutte le unità operatrici eseguono contemporaneamente operazioni diverse sui pezzi che vengono successivamente spostati di un passo dal dispositivo di trasferimento, anche il tempo totale di lavorazione viene notevolmente ridotto. Vengono impiegate sia nell'industria automobilistica, per esempio per la lavorazione dei pezzi monoblocco dei motori, sia nella lavorazione di grande serie di pezzi più o meno complessi (per esempio rubinetteria, valvolame ecc.).
3) In psicologia, nei processi di acquisizione (memoria, apprendimento ecc.), l'effetto di un contenuto appreso su un altro contenuto, appreso precedentemente (transfer retroattivo) o in seguito (transfer proattivo). Tale effetto può facilitare od ostacolare il secondo apprendimento. Per fare un esempio, l'apprendimento di una lingua straniera può interferire con la conoscenza che si ha di un'altra lingua straniera in senso negativo o positivo.


giovedì 19 marzo 2020

Step 1 : Etimologia

Buongiorno a tutti!!
Come premessa iniziale vorrei darvi il benvenuto a questo mio primo blog.
E' stato creato a scopo didattico,ma potrebbe diventare qualcosa di molto interessante.
In generale sarà puramente incentrato sul verbo "TRASFERIRE",come noterete dal titolo,ma chissà in cosa potrebbe evolversi in futuro.
Fatti i convenevoli, ora possiamo incominciare!

ETIMOLOGIA
Prima di andare alla ricerca della definizione vera e propria, vorrei provare a esporre il mio pensiero su questo verbo. La prima cosa che mi viene in mente,essendo nato nell'era della tecnologia,è il trasferimento di dati da un apparecchio all'altro, di un computer ad esempio , oppure uno smartphone.
Cercando su google,le prime immagini che appaiono sono infatti coerenti con la mia idea.


Questa è la definizione secondo il vocabolario "TRECCANI".

TRASFERIRE v. tr. [dal lat. transferre, comp. di trans- «trans-» e ferre «portare»] (io trasferisco, tu trasferisci, ecc.). – 1. Trasportare o spostare da un luogo a un altro, in senso proprio quasi esclusivam. con riferimento al domicilio di una persona o di una famiglia, alla sede di un impiegato, di un ente o di un’istituzione: il nostro professore di matematica ha chiesto di essere trasferito in un liceo nel capoluogo; il dentista ha trasferito lo studio e l’abitazione da via Nazionale a Corso Garibaldi; Costantino trasferì la sede dell’impero da Roma a Bisanzio. Frequente l’uso rifl., o intr. pron., nel sign. di cambiare residenza, sede: mi trasferirò a Genova con tutta la famiglia; la libreria si è trasferita al n. 20 della stessa strada; a giugno ci siamo trasferiti in un altro quartiere. 2. In usi estens. e fig., come sinon. meno generico di far passare (e, nell’intr. pron., di passare), per lo più in àmbiti particolari: un termine tecnico trasferito dal linguaggio della musica a quello delle arti figurative; durante la guerra alcuni poteri si trasferiscono dalle autorità civili alle militari; ho trasferito su un DVD tutti e tre i documentarî. Nel linguaggio giur., amministr. e finanz.: t. un diritto, un onere da una persona a un’altra; t. la proprietà, il possesso, il rischio, l’imposta, ecc.; nella vendita a rate il rischio si trasferisce dal venditore all’acquirente all’atto della consegna, la proprietà al pagamento dell’ultima rata.
http://www.treccani.it/vocabolario/trasferire/

Questa invece secondo etimo.it , vocabolario della lingua italiana.
https://www.etimo.it/?term=trasferire

In nessuna delle due definizioni viene citato il trasferimento di dati tra due apparecchiature elettroniche, il che è molto curioso dato che digitando sulla barra di ricerca, risultino come prime immagini due pc.

Infine  la ricerca sull'enciclopedia wikipedia.   https://it.wiktionary.org/wiki/trasferire  

Verbo

· Transitivo

· trasferire

· inviare qualcuno, o spedire qualcosa da un posto ad un altro

· (diritto) (economia) far passare la proprietà di un bene da una persona a un'altra

  Sillabazione

· tra | sfe | rì | re

  Pronuncia

· IPA: /trasfe'rire/

 Etimologia / Derivazione

· dal latino transferre, composto di trans- ossia trans-e ferre ossia portare

Sinonimi

· trasportare,traslocare,tradurre (burocr.),dislocare

· (dir.; la proprietà) trasmettere, cedere

· (dir.)alienare

Parole derivate

·trasferirsi,trasferibile,trasferimento,trasferta,traslato.

                                                   

                                                          Arrivederci al prossimo post!